venerdì 28 agosto 2009

da aggiornare

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lunedì 17 agosto 2009

2009 frammenti Corpo 12

Mai sminuire il valore di un pomeriggio in cui tra un acino d'uva e un sorso di vino si sia piacevolmente persa la percezione del tempo e ritrovate le parole per dirsi all’altro senza remore e timori



Pixel verbali rapidi e concisi riassumono in flash i pensieri Bigini del dire. Compressioni jpeg di vissuto transitano a caccia di legami.
L’immaginario lievita nella madia-driver dei nuovi media e lo scrivente modella volti e vite da brevi frasi captate in chat, per trapiantare in parole tattili i propri sogni altrove.



Un rapido movimento a chiudere uno spazio. Un segno cinge e strappa archiviando parole.
Mozziconi di pensieri come sapori nuovi o gesti improvvisi dirottano lo sguardo.
La parola accende giochi di rimandi sposta di casella il senso e ogni spazio di arrocco.



Il desiderio è di scrivere lasciando che sia lo stesso gioco delle combinazioni a incalzarmi mentre rastrello parole tra le righe e le raccolgo in humus per carpirne un frutto nuovo che nutra con le sue carni il suono con cui svelarmi a te che frughi tra i miei semi di errore.



La parola vergata a mano scrive molto di più di quanto non voglia dire. Contiene.
E' ruga di emozioni senza maschere né cancellature.
E' una piega indifesa in cui infilare lo sguardo per capire le sfumature del pensiero celato tra le righe