giovedì 9 febbraio 2012

defrag gate - 2011

 - della serie   “Se il nubifragio impazza prima che io sia pesce”


Nel tentativo di fissare il mio pensiero 
mentre “disseziono” l’Italia in cerca di una nuova pagina bianca, 
forse ho solo ampliato gli angoli di una scatola sempre più stretta 
in cui non riesco più a porre tutto quello che è da sempre già contenuto in un piccolo quadrato bianco su bianco, 
nascosto da qualche parte, tra scorie e storie.






Il pensiero di una mostra in Calabria, in mesi in cui si discute quasi a guerriglia sul festeggiare o meno l’Unità d’Italia, non può che essere per me un’occasione per “esportare” le mie inquietudini sulle DISPARITA’, raccolte qui metaforicamente in queste pagine d’agenda a giorni dispari.
“Di spari c’è chi continua a morire, e il suo quotidiano è un infinito ieri”.
Da circa un anno ho ripreso a frequentare il “mondo a parte” della Mail Art in cui frammenti del proprio pensiero si innestano imprevedibili nelle giornate altrui, innescando nuovi invii e nuovi progetti. Forse il rispolverare questa pratica un po’ anarchica e “obsoleta” smuove in me una riflessione su come possa bastare anche solo un rettangolo di cartoncino per esprimersi all’altro, senza grandi ingombri e pretese e toccare con mano un dialogo in viaggio su cm 10,5 x 14,5 di condivisione.
Sono stata invitata ad esporre all’Open Space per la mia decennale pratica di “ripiegamento cromatico” di pubblicità e imballaggi in improbabili marchingegni-rebus, ma in un momento in cui si toglie ogni giorno respiro vitale alla Cultura e al rispetto dell’Uomo, non mi è riuscito restare estranea al momento contingente e all’idea di un viaggio “con le mani in tasca strette a pugno”.
Non riesco a cancellare l’immagine di quanti, vivendo un momento drammatico e cruento a poca distanza dalle nostre coste, guardano all’Italia come a una zattera di salvezza verso la libertà, quella stessa che, seppur con ben altre tinte, meno fosche e mortali, noi sentiamo inscatolata e gettata sullo scaffale di un ipertrofico mercato d’anime. Siamo sempre più solo soggetti-target di consumo e questa maldestra zattera Italia strattonata in mezzo al Mediterraneo ha perso la bussola e sta sfaldando il suo spessore culturale in parco giochi per pochi.
I profughi che premono con la loro urgenza vitale, connessi a noi dalla sola pelle tratta in salvo, ci insegnano forse a premere il tasto reset e connetterci al corpo nudo di una Storia che rischia di finire in polvere spazzata sotto tappeti che non volano più, né nelle favole per nuove generazioni, né nell’aria viziata da gadgets che puntellano identità rese inconsistenti da un superfluo invasivo.
Alle pareti sacchetti di plastica, cartoline deturpate e pagine di storie sospese, immagini campionate in “pixel digitali” compressi in cattiva ricezione da switch off dell’Italia, deviate e distorte come una Storia mistificata e narrata ad uso e consumo di chi “manipola manopole in monopoli” falsando l’autenticità a suon di perline colorate e specchietti rilucenti.
Storie e Scorie, perchè pari suono?                                
raffaella formenti - febbraio 2011




-DISPARITA- la nuova AGENDA per arrivare leggeri alla fine del mese

l'agenda con solo i giorni dispari permette a chiunque di arrivare più
agevolmente a fine mese senza tirare la cinghia... e dimostra la teoria
della cerchiatura del quadrato. qui è un po' in piccolo...
è la versione tascabile, per avere meno bile da mettere in tasca.