Esistere non è circoscrivibile tra rigide parentesi di verità univoche. Anche i punti sparsi, apparentemente caotici, paiono ravviarsi in riga e tracciare coordinate, immagini, proiezioni, fori d'aggancio di una pellicola. E ognuno vive il suo film. Irripetibile.
STRUMENTI
MINIMI e [..
… … …]
OMISSIS
Dopo essermi incisa le Storie dell'Arte, Scienza e Filosofia sulla pelle dei giorni, i primi gesti appresi in vita mi sono divenuti da tempo un sufficiente bagaglio per trasformare materiali comuni, a inseguimento delle mie riflessioni.
Non metto più in gioco nessuna abilità tecnica particolare, ma solo l'attenzione a cogliere i bivi del pensiero o delle suggestioni nate dallo stesso agire sulla materia, e che la materia restituisce e moltiplica indicando ulteriori riflessioni e gesti; per accumulo o per sottrazione, entrambi silenzianti un dire imposto allo sguardo, che sia esso di merce o parole.
GESTI MINIMI e ripetuti.
Piegare. Scalfire. Bucare. Crivellare. Timbrare. (...)
Disegno
modificando le narrazioni dei supporti comunicativi che ci
“imballano”.
In
punta di gomma, di punteruolo, di taglierino, a seconda del fine.
Attingo
al colorificio offerto dal vivere la città.
Trasformo
scarti cartacei in schegge di nulla che rendano tattile il
riflettere, pur senza risposte suggerite.
Vuoto
in silenzi alchemici il troppo detto di forme e parole.
Strappo virgole cromatiche, da erigere in Aste senza martello.
Accentuo
i rimandi del frammento a punti sospesi fuori di esso da immaginare
seguendo il personale sentire. [..
… … …]
Nell'orizzonte, all'orizzonte, sull'orizzonte di ogni Presente, inteso come Tempo e Persona, suggerisco spunti e verticalità instabili e mutevoli.
Poco più che input. Urlanti o muti. Dipende dalla pausa in essi.
La carta, anche la più qualunque, ha diritto di respirare una seconda assenza.
Prediligo materiali offerti dall'inciampo: manifesti, volantini, imballi, fogli scolastici, quaderni e gomme, oggetti destinati a ben altro costruttivo impiego che non le mie umbratili piegature, timbrature o distruttive crivellazioni, che rendono inagibile il contenere e la certezza dei contenuti già dichiarati.
Ci sono costanti nel mio fare, verificate negli anni:
la verticalità, lo scorrimento, lo strappo con dislocazione, il modulo moltiplicantesi nello spazio e riposizionabile senza fissità di forma definitiva.
Caos
tracimante e rigore silente in dialogo. L'incombere e il circondare.
O una
disseminazione modulare silente. Micro fratture
in frammenti frattali.
A
disposizione esperienziale di sguardo e pensiero.
Buon
ascolto.
Raffaella Formenti - novembre 2023