Note a margine del fare con cui elaboro gli U-BOOK
Scalzo la narrazione dalla pagina e ne trasformo il racconto in raccolto cromatico impacchettato per il viaggio verso un ipotetico codice binario che ne trasformi i contenuti in dati archiviabili in cloud, in quegli spazi altrove di un pieno senza materia e vuoti d’ingombri. Memoria senza sguardi memori. Sfido chiunque a ricordarsi il contenuto del proprio archivio virtuale.
Per una biblioteca basta una carezza di sguardo che percorra i dorsi, e i libri prendono la consistenza mentale del viaggio compiuto al loro interno, o restano biglietti ferroviari, lasciati scadere o decantare, verso interessi resi già lontani dal procedere a valanga di un tempo consumato in esuberi di parole, sbiancate color pagina fino a disparire in quantità senza attenzioni.
I racconti perdono senso in piccoli pixel di colore liberati dei contorni assegnati e resi campionature, pur senza schedario e numeri con cui sia possibile renderle nuovamente riconducibili ad un’uguale struttura narrativa. Quando la traduzione tradisce ancora una volta i codici e lascia la pagina ad una recita a soggetto. raffo 2013
4 ottobre
2013 - Scortico
il terzo libro di un'uguale stampa, e ciò mi apre gli occhi su ciò
che cerco. L’attimo
mai sovrapponibile a se stesso perché si differenza nell’azione.
Un po’ come l’atteggiamento che stava alla base dei 150 pastelli, nel 1991.
Gesti uguali con strumenti e spazi uguali con cui lasciar affiorare diversità emozionali e spaziali del momento in cui si delineano, pur nella ripetizione.
Ora affronto la stessa immagine all’interno della quale libero il colore da una forma riconoscibile per lasciarlo fluttuare. Pur scavando nella stessa immagine, pagine simili non sono più sovrapponibili.
Già
il primo colpo di cutter determina una scrittura differente della
pagina.
Se
inizio incidendo un giallo, tutti i gesti successivi sono tesi a
ritrovare un equilibrio di pesi cromatici e spaziali che non
necessariamente vengono a riproporre gli stessi pesi/cromie smossi da
quella prima incisione, su di un rosso o sull’eliminazione
categorica del rosa...
I luoghi delle cromie sono fissi, in quanto il disegno è quello, ma le variazioni vengono sia nella dimensione del tassello preservato, sia nel gesto, sia dal come la pellicola di carta si sbreccia dal fondo, da come è stata applicata la colla di stratificazione sulla pagina... A volte il foglio si stacca senza arresto fino a bordo pagina, e correrebbe anche oltre il margine se ancora avesse spazio. Altre volte oppone decisa resistenza e mi ritrovo a incidere il bianco sottostante con una sorta di semolato dal ritmo quasi barocco e decorativo, che fa vibrare la superficie, modulabile a seconda di come procedo sulla pagina, in modo regolare o intervenendo invece qua e là in modo più caotico, o di come incido falsi riquadri le cui cromie poi non ho trattenuto e restano bianco su bianco, o intagliate nel grigio sottostante. raffo

