giovedì 25 dicembre 2008

il mio studio...

Il mio studio è una discarica nella quale riciclo in prodotti scaduti gli ingombri che mi occludono i pensieri

Lavoro sul MARGINALE: gesti tempo e luoghi solitamente esclusi dallo sguardo.

GESTI > manualità in automatismo produttivo
TEMPO > ritagli di tempo dati per persi
LUOGHI > l’angolo tra le pareti

Rendo visibile la manualità con un gesto di produzione continua dell’inutile nei luoghi più improbabili ============


Dò sovranità agli imballaggi “utili e gratuiti” nei templi dell’acquisto =================

Raccolgo volantini appena distribuiti lungo le auto per farne pixel di colore ===

La pubblicità raccolta, come le parole perse, diventano colore imprigionato nella follia produttiva: migliaia di scatoline come tessere di mosaico, composto da quelle mani nascoste e sottopagate che passano l’intera vita a ripetere un gesto di produzione mai visto ne considerato.

Tra i pendolari del metrò, le code agli sportelli, le sale d’attesa, le file alle casse, lo struscio del sabato, le ore di televisione, le chiacchiere di circostanza…accumulo la mia manualità superflua trasformandola in “prodotto scaduto con valenza estetica da monolocale”.

Visualizzo il tempo perso rendendolo prodotto per mediare con chi non accetta che si perda tempo.
Sto per ore a pensare, a guardare: in mezzo alla gente che ha luoghi in cui andare, fare, essere. Cammino per ore: e le mie tasche si gonfiano di scatoline. Contengono l’attesa? forse il TRASCORRERE. Anch’io trascorro in mezzo alla gente che FA: nessuno mi chiede cosa io faccia, nemmeno quando nelle ore di punta del sabato giro il supermercato riempiendo il carrello di imballaggi da butto in cui trovo sollecitazioni di un poi.
r. formenti - 1998